Nell’esprimere solidarietà ai compagni di Napoli, ultimamente, troppo spesso, sotto la lente della repressione, pubblichiamo quanto segue:
Nella mattina di martedì 20 marzo, l’atrio di Palazzo Gianturco nel quartiere di Montesanto (Napoli) ha assistito all’invasione di circa 20 loschi figuri: agenti della sezione antiterrorismo della digos (tra i quali almeno 8 in passamontagna), degli artificieri, della polizia postale e scientifica, si sono dati appuntamento per perquisire il Centro Studi Libertari “Louise Michel”. La perquisizione è legata alla denuncia di 16 compagni (tra i quali 11 del “Louise Michel”) per il blocco dei binari dell’Alta Velocità e per un’assemblea pubblica e il corteo non autorizzato in solidarietà ai compagni arrestati per la lotta contro il TAV, manifestazioni avvenute rispettivamente il 28 e il 31 gennaio 2012. La perquisizione è stata effettuata, si legge dal verbale, per recuperare “documentazione, anche informatica, relativa agli episodi criminosi sopra descritti nonché attrezzature e strumenti utili per la preparazione dei documenti diffusi ed i manifesti distribuiti durante i disordini pubblici […] nonché eventuali schedari anche su supporti informatici e attrezzature costituenti “stamperia clandestina” per la redazione della rivista periodica “La Miccia”.” Sono stati sequestrati documenti di archivio, bozze di articoli per “La Miccia”, una bandiera, manifesti, riviste tra le più disparate, corrispondenza con compagni in carcere e all’estero, l’hard disk del pc e, addirittura, il router, oltre ad essere state fotografate le due stanze (compreso l’interno del frigorifero), striscioni e manifesti., La perquisizione è avvenuta dopo che due agenti in borghese hanno fermato per strada un nostro compagno (che non è tra i denunciati) mentre accompagnava i nipoti all’asilo. Il fatto che la modalità dell’operazione di polizia sia talmente sproporzionata in rapporto alla “gravità” dei reati che ci vengono contestati ci fa presagire che i servi di regime stiano tramando qualcosa di più grosso, soprattutto alla luce delle recenti esternazioni dei capi della polizia e del Copasir Antonio Manganelli e Massimo D’Alema. Non ci lasceremo intimidire: continueremo per la nostra strada a testa alta.