Provocazioni natalizie

24 dicembre. Una manciata di ragazzi, a stento ventenni, si dedicano, anche loro, alla tradizione cittadina dell’aperitivo prenatalizio e, già abbastanza innaffiati di alcool, sfoggiano qualcosa di più di semplici velleità ultras; posizionatisi a Piazza Vari intonano un inquietante “dove sono gli antifascisti”. Poi si spostano in via Niccolò Franco, il vicolo che i loro “fratelli maggiori”, e i gestori di alcuni dei locali notturni della zona, gli hanno insegnato essere il luogo dove espletare le proprie “esigenze corporee”, dove tra una pisciata e un’altra, alcuni di loro, provano a rubare le bandiere rossonere che sventolano su uno dei balconi della Janara Squat. Un Compagno presente in casa li sente confabulare, esce e chiede spiegazioni. Loro tergiversano, fingono di non capire e si defilano. Ritornano all’ “attacco” subito dopo con un’inaspettata escalation: prima con altre urla del tipo “anarchici di merda”, poi, copertisi il volto, scagliando goffamente alcuni pezzi di marmo appena divelti dai gradini in piazza verso la Janara e, successivamente lanciando un petardone in direzione dell’ingresso dello Squat, che esplode a pochi passi da un’anziana signora del quartiere fortunatamente senza conseguenze, se non un po’ di spavento.

La misura è colma, ed i Compagni presenti partono all’inseguimento, stavolta bastoni alla mano, del gruppetto che si disgrega all’istante tra chi sostiene di non essere coinvolto e chi inizia a scappare. Quello che segue è dimostrazione dell’inconsistenza della loro azione oltre che delle numerose contraddizioni miserevoli da paesotto qual è la nostra piccola città. Un ragazzo (riconosciuto tra i lanciatori di marmo) viene acciuffato, e in preda alle lacrime ed alla paura, negando l’accaduto, viene “salvato” dalla presenza di “amici” in comune, ‘uagliun ‘e miezz a via, dall’improbabile autorevolezza, che frapponendosi, si eserciteranno poi in improbabili tirate d’orecchie agli aspiranti fascistelli dal tenore: “voi in mezzo alla politica non dovete immischiarvi”. E tutti furono felici e contenti…

…e invece no. O almeno non per quanto ci riguarda.

Il fatto, che in se può sembrare banale e che più o meno non ha portato dietro di se chissà quali tragiche conseguenze, lascia molto riflettere su quello che sta succedendo nel mondo che ci circonda e su quello che in fondo da sempre è la nostra città.

Forse non è un caso che l’evento si sia verificato proprio durante l’aperitivo prenatalizio, tanto rappresentativo di quello a cui Benevento pare riesca meglio: il frivolo e spensierato festeggiamento. Momento in cui, in pieno accordo con l’ipocrisia che le feste comandate portano con se, quelli che quotidianamente mangiano la merda che questa città offre, e quelli che sono emigrati a mangiarla altrove, allontanano con le bollicine e le zeppoline i problemi quotidiani.

E l’analfabetismo galoppante? E l’emarginazione sociale? E le condizioni lavorative che rasentano la schiavitù (per chi ha la fortuna o la sfortuna di avercelo un lavoro)? E l’aggressione continua al territorio ed all’ambiente per fini speculativi “rinnovabili” o meno? E le dinamiche squisitamente clientelari da prima repubblica? E i piani repressivi contro chi prova a districarsi in tutto ciò, in modi informali o organizzati?

“La parola d’ordine è una sola”: Festeggiare, e festeggeremo!  …il resto, è “robba pe’ comunist’…”

Un altro dubbio ci “tormenta”. La sera prima dell’episodio in città era in programma una “cena comunitaria” organizzata dal costituendosi gruppo locale di Casapound. Non sappiamo se la stessa si sia tenuta come da programma in una nota pizzeria alla fine del viale Atlantici. Sappiamo solo che la pizzeria in questione in un post FB diceva di aver appreso di essere il luogo di ritrovo dei fascisti del terzo millennio per caso e senza che gli stessi avessero comunicato alcunché ai gestori, e prendeva le distanze dalla cosa, informando il pubblico di aver allertato le forze dell’ordine che, infatti, già in prima serata, presidiavano il locale; e che i fascisti la mattina stessa dell’evento in programma modificavano la locandina che lo convocava, eliminando il nome della pizzeria ed inserendo un generico e non meglio specificato “ristorante”.

Strana coincidenza quella di una provocazione ad uno spazio anarchico il giorno dopo un “convivio” per illustrare i programmi neofascisti per la città, se si pensa che analoga “coincidenza” si era verificata in Aprile, quando l’epilogo di un comizio elettorale di Forza Nuova, tenutosi all’interno di un teatro pubblico concesso dal Sindaco Mastella, con il beneplacito dell’allora Prefetto Galeone e la protezione militare degli uomini del Questore Bellassai, era stato, la notte dopo, l’aggressione, a mattonate in testa, ai danni di un migrante da parte di alcuni partecipanti al comizio stesso.

E’ il fascismo che monta. Quel fascismo dilagante che sta riempiendo i discorsi dei bar e le urne elettorali, che il Governo giallo-verde rovescia su chi scappa dalle guerre e che permette così ai soliti di gonfiarsi le tasche sullo sfruttamento degli altri. Quel fascismo che sta invadendo quartieri e città, testate giornalistiche, e banchi di scuola. Quel fascismo che in una città dove da anni c’è una totale assenza di alternative alla movida notturna emblematica del disarmante annichilimento giovanile, sta dando la possibilità a un gruppo di giovani di provare a costituire Casapound e a un giovane gruppo di loro amici, in parte provenienti dai quei “quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi”, di individuare, in un pomeriggio di goliardia alcolica, negli Anarchici il nemico da sfruculiare…

Continuiamo a ritenere che spetti alle Donne e agli Uomini di cuore tornare a ragionare collettivamente su episodi del genere e sulle condizioni sociali che gli danno forma, per provvedere a mettere in campo pratiche reali che li debellino e li prevengano definitivamente!

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Una risposta a Provocazioni natalizie

  1. AutoHounty scrive:

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