Continuare la Resistenza, Autorganizzare l’Offensiva

Quello che segue è il volantino che è stato distribuito il 25 Aprile 2010 durante il presidio in piazza Matteotti e durante il concerto pomeridiano tenutosi lungo le sponde del fiume Calore.

 

Relegato dal revisionismo della storiografia ufficiale alla dimensione mistificante e mortificante di una festività come tante, il 25 Aprile è stato facilmente “recuperato” entro la tribuna democratica, attraverso le pose antifasciste che talora assumono certi membri del governo a mero scopo politico-elettorale.

Eppure, più di 60 anni fa, in tanti sono saliti sui monti (anarchici compresi), ed in tanti non sono più tornati, per battersi per un mondo nuovo, per combattere il fascismo, quella che fu, in quel dato momento storico, la risposta del Capitalismo ad una delle sue solite crisi, un freno, cioè, del padronato borghese all’occupazione di terre e fabbriche che aveva caratterizzato il cosiddetto “biennio rosso”. Ma, nonostante gli sforzi di quei tanti che parteciparono alla Resistenza, essa non imboccò la strada voluta da chi, sin dall’inizio, aveva individuato nel fascismo una esigenza intrinseca e funzionale al sistema, e che, parallelamente, dall’opposizione a quella singola “degenerazione” voleva sviluppare una critica totale alla struttura gerarchica e verticistica della società. Essa non piegò purtroppo verso la Rivoluzione Sociale.Ed eccoci ai giorni nostri.Ci troviamo la guerra in casa. Le strade invase dai militari, le divise ad ogni angolo, le telecamere a spiare ogni nostra azione (l’ultima trovata a Benevento è quella di una webcam che riprende tutta Piazza Matteotti 24 ore al giorno, le cui immagini sono visionabili in tempo reale dal sito del Comune, installata con la scusa di sorvegliare la chiesa di Santa Sofia e “promuovere il turismo”, ma che nel frattempo cattura le vite dei passanti…). E per di più senza che tutto ciò ci sembri strano, assuefatti al bisogno, indotto da giornali e dalle televisioni, di barattare la nostra libertà con la sicurezza. Si badi bene non la nostra, ma dei padroni!E mentre viene ritrasmesso il film su Perlasca, “l’eroe italiano che salvò dalla deportazione migliaia di ebrei”, ci si dimentica delle deportazioni quotidiane degli “stranieri” (poveri, si intende!) che avvengono anche nella nostra città – l’ultima, quella di un 25enne di origine tunisina arrestato da quelli dell’immigrazione della Questura e spedito al Centro Identificazione ed Espulsione di Bari/Palese; ci si dimentica che in Italia esistono dei posti infami chiamati appunto CIE (ex Centri di Permanenza Temporanea – istituiti anche con l’avvallo, tra gli altri, di quella che all’epoca era la “sinistra”) dove è possibile che la polizia rinchiuda uomini e donne, addirittura con una scadenza temporale che l’ultimo pacchetto-sicurezza(quasi un aggiornamento,sotto questo aspetto, delle leggi razziali del Ventennio)ha prolungato fino a un massimo di 6 mesi, anche senza che essi abbiano commesso alcun reato, solo perché immigrati,perché sprovvisti del pezzo di carta giusto; perché nati poco oltre il confine della fortezza europea. Poco importa se poi in questi posti ci scappi ogni tanto il morto, se succeda che qualche solerte tutore dell’ordine, per di più graduato, tenti di stuprare una ragazza: è la storia di Joy, nigeriana, vittima della tratta delle schiave del sesso, i cui aguzzini hanno ammazzato il padre, un fratello e la sorella, per costringerla a tornare in strada, e che, dopo essere stata fermata mentre faceva la spesa ,è stata portata al CIE di via Corelli a Milano dove ha subito un tentativo di stupro da parte dell’ispettore Vittorio Addesso.

D’altronde il fascismo è questo, non solo quei quattro cretini che ancora oggi si rasano la testa e si raccontano barzellette sugli ebrei. Il fascismo è la “controrivoluzione preventiva”; è una bambina di 13 mesi, Rachel, nigeriana, morta in provincia di Milano perché le sono state rifiutate le cure a causa della tessera sanitaria scaduta; è Michele Santoro che si vanta di essere colui che da voce ai senza voce e che durante la trasmissione della puntata che la Rai gli aveva censurato, censura a sua volta un gruppo di donne del collettivo “Noi non siamo complici” che volevano esporre uno striscione in solidarietà a Joy ed ai reclusi nei CIE, facendole spintonare fuori dal Palasport di Bologna e per di più identificare dalla Digos; sono le manganellate a Napoli contro gli antirazzisti che vogliono impedire la deportazione di 9 immigrati, sorpresi clandestini su una nave, dopo che hanno trascorso 40 giorni nascosti tra i container; è la polizia che a Benevento sequestra striscioni contro la devastazione del territorio (vedi il caso della centrale Turbogas); è il presidente di Altrabenevento che dopo aver subito in prima persona denunce per aver espresso il suo pensiero (anche a mezzo di striscioni), fa da sponda ai trabocchetti di questurini e giornalisti e accusa gli ignoti che hanno affisso lo striscione recante la scritta “più giustizia, meno repressione”, di essere dei provocatori. Il fascismo non è questione di camicia nera. E’ un atteggiamento, un modo di pensare e relazionarsi agli altri. E’ la Stato-latria, quell’allucinazione che non riesce a farti vedere, anche quando ce l’hai davanti agli occhi, l’ingiustizia! E’ pensare che tutto ciò che sia emanazione dell’Autorità e della Legge sia santo. E’ quella tensione all’immiserimento collettivo, morale, intellettuale e materiale che genera la paura, la diffidenza, il terrore.Ed è, come la nostra eredità storica ci insegna, solo una delle tante facce che la democrazia liberale può mostrare.La questione non è solo che dai programmi scolastici vogliono cancellare una parte della storia (la Resistenza, in questo periodo), ma che insieme a ciò vogliono cancellarci l’umanità, quello spirito di solidarietà innata insita nell’uomo e nella donna. L’importante quindi oltre a conoscere e riscoprire le storie di chi ha resistito in passato è re-imparare a resistere oggi, più di ieri, visto che la dittatura è più subdola ed il velo che la nasconde più spesso.  …e che ci sono lupi travestiti da agnelli… 

GRUPPO ANARCHICO “Senza Patria”, Benevento

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