Di seguito il testo di un volantino distribuito sabato 22 febbraio 2014 per le strade di Benevento in occasione della giornata di mobilitazione nazionale NOTAV
«Avete mai visto il mare farsi largo in mezzo ai boschi in un bel pomeriggio di luglio, e scagliarsi e andare contro le reti di un cantiere?»
«Avete mai sentito il calore umano di ogni età saldarsi spalla a spalla mentre gli scudi avanzano, l’asfalto dell’autostrada si fa liquido e le retrovie si riempiono di fumo?»
«Avete mani visto un serpente senza capo né coda o una pioggia di stelle nel cuore di una notte di mezza estate?»
Noi sì, e ancora non ci sazia.
Da una lettera di Niccolò, Claudio e Mattia
Il 9 dicembre dell’anno appena trascorso la repressione messa in atto dallo Stato italiano ai danni dell’ormai ventennale movimento di opposizione al progetto dell’Alta Velocità Torino-Lione in Valsusa ha raggiunto il suo apice. L’arresto di 4 tra i tantissimi militanti no-tav che da sempre si battono per difendere la propria terra da questa opera faraonica, nociva, inutile e costosa, costituisce infatti un “salto di qualità” sul piano repressivo: per Niccolò, Chiara, Claudio e Mattia l’accusa pesantissima formulata dai pm Rinaudo e Padalino è di “attentato con finalità di terrorismo”, in riferimento ad un attacco, perpetrato in una notte dello scorso maggio, ai danni del cantiere dell’Alta Velocità di Chiomonte.
L’accanimento giudiziario e l’accusa di “terrorismo” sono gli strumenti di una determinata e malcelata strategia politica: quella da un lato di criminalizzare, isolare e colpire quella che attualmente rappresenta la punta più avanzata delle Lotte in Italia, dall’altro quella di “alzare il tiro”, ammonendo preventivamente chi altrove si ribella ed autorganizza contro le nocività, il saccheggio della Terra e l’invadenza dei Poteri politici ed economici nella propria vita.
Gli ultimi arresti insomma rappresentano un banco di prova, un precedente importante sul piano giuridico/repressivo che trasforma, per una sorta di transitività, in “terrorista” chiunque pratichi dissenso reale, chiunque alzi la testa non rassegnandosi ad un disegno di sfruttamento calato dall’Alto, tutti quelli che si sottraggono alla sterile “protesta” democratica. Il Tav allora, da semplice progetto di linea ferroviaria, fa un balzo in avanti per diventare un complesso progetto di ingegneria linguistica, culturale e sociale, attraverso cui si riscrivono il Linguaggio e la Storia e si costruiscono nuovi modelli di “gestione” dei conflitti sociali.
Con l’idea che per esprimere solidarietà a chi sta pagando sulla sua pelle la vendetta dello Stato, il modo migliore sia continuare la Lotta a cui i compagni sono stati sottratti e rilanciarla, il Movimento NoTav ha rivolto un appello alla mobilitazione territoriale per il 22 febbraio contro le nocività sparse in Italia, nell’intento di rispedire così l’accusa di terrorismo al mittente.
Apparentemente lontana dai grandi Temi e dalle grandi Questioni che attanagliano la scena nazionale, Benevento, per quanto provinciale, soffre com’è ovvio delle medesime contraddizioni -dalla devastazione ambientale (trivellazioni petrolifere, impianti eolici, megadiscariche), alla fame di spazi abitativi e di libertà, passando per i vari casi di sfruttamento e precarizzazione del lavoro (caso Imeva, 118, Meddix, Consorzi Rifiuti…)- e non è escluso che a chi cerca di spezzarle un domani si potrebbero tranquillamente applicare quei dispositivi che oggi si stanno sperimentando per la questione Val di Susa.
Stare oggi in piazza è il nostro seppur piccolo contributo per ribadirlo, per riverberare la voce di Chiara, Mattia, Claudio e Niccolò, per riaffermare le ragioni di chi si batte in difesa del proprio territorio, ma soprattutto il tentativo di scuotere dalla rassegnazione chi ancora ignora le infinite possibilità che stanno dietro al coraggio della Rivolta.
Chiara, Claudio, Mattia, Nicco Liberi!
Complici e Solidali