Tratto da ilmattino.it
Giuseppe Urbano, prefetto di Benevento dal 2005, si è recato ieri pomeriggio, presso il Tribunale di S. Maria Capua Vetere, per essere sottoposto a interrogatorio di garanzia. E’ indagato per falso ideologico, dai sostituti procuratori Alessandro Cimmino e Maurizio Giordano che hanno chiesto nei suoi confronti l’adozione di misure interdittive al giudice per le indagini preliminari Francesco Chiaromonte.
Il prefetto è stato chiamato a rispondere di alcuni suoi pareri, apparsi in contrasto, emessi sulla tortuosa vicenda delle procedure adottate nell’elezione della presidenza della Comunità Montana del Taburno (composta da 22 paesi e ben 70 consiglieri).
Il 3 dicembre, alla presidenza dell’Ente montano è tornato Domenico Mortaruolo, sostituendo Umberto Principe che, precedentemente, ne aveva preso il posto, con delle votazioni contestate anche davanti al Tar e al Consiglio di Stato.
Nell’inchiesta dei magistrati di Terra di Lavoro (di Caserta è anche Giuseppe Urbano, città dove è stato anche viceprefetto), sono coinvolti anche Carlo D’Alessandro e Francesco Guerriero giudici del Tar della Campania, accusati, in altre vicende, di rivelazione di segreto d’ufficio;
un altro loro collega, il magistrato dello stesso Tar Ugo Di Maio per rivelazione del segreto d’ufficio e tentato abuso d’ufficio;
il presidente del Consiglio di Stato Paolo Salvatore per corruzione in atti giudiziari e rivelazione del segreto d’ufficio;
il procuratore della Repubblica di Foggia, Vincenzo Russo, per corruzione;
nonché Luigi Treviso vigile urbano di Alvignano (comune del casertano) per falso ideologico.
Oltre che per il prefetto Urbano, è nota finora solo la vicenda contestata alla guardia municipale.
Questi avrebbe, su richiesta dell’ex sindaco Domenico Bove (udeurrino, poi arrestato nell’indagine riguardante pure l’ex city manager della Provincia di Caserta), favorevolmente, annullato un verbale di contravvenzione elevato ai danni del noto ingegnere beneventano Carlo Camilleri.
Le vicende indagate sono, dunque, diverse ma secondo l’ipotesi investigativa dei pm casertani tutte riconducibili a pressioni e scambi di favore tra uomini riconducibili all’Udeur.
In tal senso, alcune settimane fa i magistrati avevano emesso inviti a comparire anche al governatore della Campania Antonio Bassolino e ad altre persone operanti in uffici vari a Caserta, Salerno, Matera e pure all’Ufficio Tecnico del Comune di Cerreto Sannita.
Il prefetto è stato chiamato a rispondere di alcuni suoi pareri, apparsi in contrasto, emessi sulla tortuosa vicenda delle procedure adottate nell’elezione della presidenza della Comunità Montana del Taburno (composta da 22 paesi e ben 70 consiglieri).
Il 3 dicembre, alla presidenza dell’Ente montano è tornato Domenico Mortaruolo, sostituendo Umberto Principe che, precedentemente, ne aveva preso il posto, con delle votazioni contestate anche davanti al Tar e al Consiglio di Stato.
Nell’inchiesta dei magistrati di Terra di Lavoro (di Caserta è anche Giuseppe Urbano, città dove è stato anche viceprefetto), sono coinvolti anche Carlo D’Alessandro e Francesco Guerriero giudici del Tar della Campania, accusati, in altre vicende, di rivelazione di segreto d’ufficio;
un altro loro collega, il magistrato dello stesso Tar Ugo Di Maio per rivelazione del segreto d’ufficio e tentato abuso d’ufficio;
il presidente del Consiglio di Stato Paolo Salvatore per corruzione in atti giudiziari e rivelazione del segreto d’ufficio;
il procuratore della Repubblica di Foggia, Vincenzo Russo, per corruzione;
nonché Luigi Treviso vigile urbano di Alvignano (comune del casertano) per falso ideologico.
Oltre che per il prefetto Urbano, è nota finora solo la vicenda contestata alla guardia municipale.
Questi avrebbe, su richiesta dell’ex sindaco Domenico Bove (udeurrino, poi arrestato nell’indagine riguardante pure l’ex city manager della Provincia di Caserta), favorevolmente, annullato un verbale di contravvenzione elevato ai danni del noto ingegnere beneventano Carlo Camilleri.
Le vicende indagate sono, dunque, diverse ma secondo l’ipotesi investigativa dei pm casertani tutte riconducibili a pressioni e scambi di favore tra uomini riconducibili all’Udeur.
In tal senso, alcune settimane fa i magistrati avevano emesso inviti a comparire anche al governatore della Campania Antonio Bassolino e ad altre persone operanti in uffici vari a Caserta, Salerno, Matera e pure all’Ufficio Tecnico del Comune di Cerreto Sannita.