Ieri 22 dicembre le case di tre anarchici salentini, due dei quali coabitanti, sono state perquisite da agenti della digos di Lecce che, su mandato della procura di Lecce, cercavano materiale informatico o di altro tipo, attinente ad un manifesto che, secondo il decreto di perquisizione, sarebbe stato affisso sui muri di Lecce e conterrebbe frasi ingiuriose nei confronti di Cesare Lodeserto, ex direttore del Cpt “Regina Pacis” di S. Foca, noto torturatore condannato anche dalla magistratura per sequestro di persona, violenza privata, simulazione di reato e con altri tre procedimenti ancora da affrontare. Dalle case dei compagni sono stati portati via computer, cd e volantini. L’atto sembra essere in continuità con un procedimento penale a carico di nove anarchici salentini per diffamazione e turbamento di funzione religiosa, che sarebbe avvenuto durante la messa di investitura del ruolo di missionario dello stesso Lodeserto. È da sottolineare che sia stata realizzata una perquisizione su mandato, per la contestazione di un reato di diffamazione: un chiaro segnale per dire che la critica e l’opposizione, in regime di democrazia, non sono consentiti. Ancor più chiaro ci sembra il messaggio di intimidazione mafiosa che si è voluto dare, accompagnato dal tentativo di stroncare qualsiasi gesto e iniziativa degli anarchici a Lecce, realizzata o meno poco importa, soprattutto nei confronti della Chiesa e dei suoi appartenenti.
A questo punto vogliamo fare un passo indietro, e chiedere a tutte le autorità ecclesiastiche e istituzionali, che oggi stesso si dia avvio al processo di santificazione di Cesare Lodeserto, meritevole delle attenzioni di chi ha saputo comprendere la sua opera…
Due perquisiti 23.12.07