Firenze – Sulla rioccupazione di Villa Panico

Mercoledì 19 gennaio abbiamo rioccupato Villa Panico, lo spazio anarchico di S.Salvi sgomberato il 29 novembre scorso in concomitanza all’AsiloOccupato di via Bolognese. Dopo circa un’ora e mezzo che eravamo rientrati, issato uno striscione sul tetto e fatte le prime telefonate ai compagni solidali, si è presentata la digos in forze, seguita da operai, pompieri e celere. Gli sbirri hanno attaccato la porta barricata; non risuscendo a sfondarla, si sono accaniti a colpi di piccone su una finestra murata, che però hanno trovato a sua volta ben barricata. Quindi hanno provato a raggiungere con un braccio meccanico dei pompieri le finestre del primo piano, difese loro malgrado dalle grate di ferro che la loro ditta difiducia aveva piazzato lì dopo lo sgombero passato, oltre chè dalla presenza dei compagni. Nel frattempo noi ci stavamo attrezzando per passare la notte sul tetto con acqua, cibo e coperte. Un po’ per la difficoltà dell’operazione, un po’ perchè nel frattempo la questura (prodigi dell’intelligence!) si rende conto che abbiamo lasciatola centralissima occupazione in S.Spirito presa durante il corteo dell’ 8dicembre e la chiude, gli sbirri se ne vanno.

Vogliamo fare un po’ di chiarezza su ciò che è successo in questi giorni, vista la deformazione grottesca dei fatti operata dai giornali. Durante il corteo dell’8 dicembre, (organizzato dagli sgomberati-perquisiti-indagati del Panico, dell’Asilo e da svariate individualità libertarie, partecipato da oltre 200 persone), viene occupata un’ex-casa del popolo nel quartiere di Santo Spirito. Un quartiere molto particolare: in pieno centro, storicamente "artistico" e un po’bohemien, e proprio per questo tartassato dalle attenzioni della paranoia repressiva nella sua veste "antidegrado". Ed un’occupazione moltoparticolare: un’ex-casa del popolo che il partito-stato (il PCI-PDS-DS-PD) ha ceduto ad un noto speculatore edilizio per pagare i propri debiti, presa da un insieme assai variegato di individualità libertarie (e non solo dai compagni del Panico) e ribattezzata, in uno spirito di contagiosa solidarietà contro il clima pesante di intimidazione securitaria,"Laboratorio contro la repressione".

Un’occupazione che parla alla gente (contenta, ben pensanti a parte, di vedere riaperta la vecchia casa del popolo) e che permette una presenza in piazza e in strada pressochè permanente. Ma anche, purtroppo, un’occupazione inabitabile a causa dei lavori cominciati due anni fa per realizzarvi dei mini-appartamenti e subito interrotti: di fatto, un cantiere polveroso. Dopo quasi due settimane decidiamo tutti, di comune accordo, di lasciare l’occupazione. Il giorno dopo Villa Panico viene rioccupata, e i giornali, imboccati dalla questura,farneticano di uno sgombero in S.Spirito "evitato" dagli anarchici nel frattempo rientrati a S.Salvi. Nessuno sgombero, cari signori: ci siamo presi la casa del popolo di S.Spirito secondo i nostri tempi e l’abbiamo lasciata secondo i nostri tempi. Il Laboratorio contro la repressione, nato tra quelle quattro mura,è ancora in strada pronto a darvi filo da torcere, e l’ha dimostrato mercoledì, quando cinque compagni sono saliti sul palco della Fortezza da Basso durante la festa della Legalità e hanno denunciato le vostre porcherie di fronte a 400 giovani entusiasti di quell’inatteso fuori-programma. Quanto a Villa Panico, ci siamo ripresi ciò che ci avete tolto e vi abbiamo visto andar via con la coda tra le gambe. Che la passione per la libertà sia più forte dei vostri manganelli non ce lo toglierete facilmente dalla testa, perchè è scritto nei nostri cuori.

A seguire S.Salvi, 21 dicembre 2007
Il PANICO ANARCHICO

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