Versione dei media sul corteo “rompere il silenzio” di Bologna

tratto da indymedia Emilia-Romagna

fonte: Il Carlino/La Fogna 

"Sfila l’esercito degli anarchici. Offese e bestemmie sui muri"

Avevano promesso di essere in 800. Sono poco piu’ della meta’ gli anarchici sfilati in corteo oggi pomeriggio a Bologna. Nessun incidente accompagna pero’ la parata di bandiere rossonere, che parte dalle Due Torri intorno alle 15.45. Ma, un’ora dopo, un manipolo riesce comunque a distinguersi: berretti e cappelli a nascondere il volto, in una decina si staccano dalla testa del corteo e prendono d’assalto la filiale Carisbo di via Irnerio: del blitz restano una postazione bancomat devastata e andata letteralmente in fumo; pugni, bastonate e pure letame scaraventato contro le vetrate della banca. La polizia, con tre blindati a guardare le spalle del gruppo appiedato, osserva da lontano, prende nota e immortala i vandali in qualche scatto fotografico.

Quando invece il piccolo esercito anarchico aveva iniziato a muoversi, erano stati un paio di insoliti "imbianchini" ad entrare in azione: tute arancioni e volto semi-coperto, "armati" di un lunghissimo rullo oscurano con vernice scura tutte le telecamere di videosorveglianza piazzate lungo via Zamboni fino a piazza Verdi. Non hanno risparmiato nessuno dei 12 obiettivi collegati direttamente con la Questura.
Piu’ che rabbia, abbondano le bottiglie di birra, servite da un camper e da un carrello della spesa adattato alla bisogna. Il serpentone di giovanissimi "arrabbiati" ne ha comunque per tutti.
Dai politici ("La sicurezza dei padroni uccide", recita uno striscione in testa al gruppo) alla chiesa: sulle mura di quella di Santa Maria e San Domenico di Mascarella, nella via omonima, hanno lasciato da una parte la scritta nera "Clero uguale Fascio infame", dall’altra una bestemmia, "impreziosita" dalla dotta rivisitazione di uno slogan fascista.

Il plotone anarchico arriva in fretta in piazza Verdi, teatro della rissa con la polizia dell’ottobre scorso, costato prima il carcere a cinque ragazzi e poi gli arresti domiciliari concessi a tre di loro. Il fiume di giovani non ha dimenticato: lungo il passaggio in Largo Respighi lascia un’interminabile serie di slogan contro la Polizia ("Piu’ sbirri morti"; "10,100,1000 Raciti", l’immancabile "Acab"). In via Mascarella cambiano addirittura la toponomastica: sulle targhe con il nome della via issano a destra il cartello "Via Francesco Lorusso, ucciso dai Carabinieri l’11 marzo 1977"; a sinistra, invece, attaccano il foglio con su scritto "Piazza Federico Aldrovandi, ucciso a 18 anni dalla Polizia". Tocca a via Irnerio.

Prima dell’assalto alla Carisbo, e’ la volta di una sede di Adecco: con spray nero gli anarchici lasciano l’enorme scritta "m…" sulla vetrata dell’agenzia di lavoro interinale.
All’altezza di via Indipendenza gli anarchici provano a chiedere solidarieta’ alla citta’.
"Unitevi a noi" urlano dai megafoni. Ma Bologna sembra piu’ interessata allo shopping nella vicina Piazzola. Quando il corteo svolta in direzione della stazione, sullo sfondo restano soltanto una lunga colonna di auto e di clacson spazientiti.
Immediate le prime reazioni politiche. "Sono arrivati i Lanzichenecchi. E’ inaccettabile", grida Daniele Carella, capogruppo di Forza Italia. Sulla protesta anarchica l’azzurro, allertato dalle telefonate di numerosi cittadini, ha gia’ raccolto un "copioso- racconta- materiale fotografico" che portera’ lunedi’ prossimo nell’aula del Consiglio comunale.

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