Alcuni degli interessi del Vaticano nel Parlamento italiano

Lo Stato Italiano, attraverso varie leggi (v. Legge sull’8 x 1000 della dichiarazione dei redditi da devolvere alle chiese, esenzione sulla tassa sugli immobili anche per gli immobili adibiti ad attività commerciali e non solo per quelli adibiti a culto), finanzia le varie confessioni religiose ed in particolare la chiesa cattolica che è la confessione religiosa più forte sul suo territorio. I proventi dell’8×1000 nel 2005 "devoluti" alla chiesa cattolica (circa 1 miliardo di euro), sono stati spesi così:


nel terzo mondo: 85 milioni di Euro;
nelle diocesi: 85 milioni di Euro;
a gestione nazionale: 30 milioni di Euro;
stipendi dei sacerdoti: 315 milioni di Euro;
culto e pastorale nelle diocesi: 150 milioni di Euro;
tribunali ecclesiastici: 7 milioni di Euro;
catechesi nazionale: 60 milioni di Euro;
pastorale nazionale: 49 milioni di Euro;
costruzione nuove chiese: 130 milioni di Euro;
immobili antichi: 70 milioni di Euro.


La chiesa cattolica in cambio di questi favori legislativi che si traducono in favori economici, fa confluire i voti verso quei partiti che difendono i suoi principi e l’istituzione chiesa, facendo pressione o indicando più o meno apertamente di votare quei partiti che si riconoscono nel cattolicesimo (ma non solo!). I partiti legati ai valori ed agli interessi della chiesa hanno così la possibilità di poter avere una adeguata rappresentanza parlamentare e di poter gestire il potere politico, economico e sociale, sia per un vantaggio personale che per quello della classe dominante a cui essi appartengono.

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