Il 28 ottobre sono stati avviati i cantieri preliminari per la costruzione della tratta ferroviaria ad Alta Velocità/ Alta Capacità Napoli-Bari, più nello specifico per il pezzo di tratta che va da Napoli a Cancello e da Cancello a Frasso Telesino. Nonostante nessuno pubblicamente, associazioni ambientaliste comprese, si è espresso a sfavore di questa nuova grande opera, ma anzi da tutte le parti risuonano stonati ritornelli che cantano di un’improbabile “rilancio del sud” grazie al collegamento dell’Alta Velocità, noi ci sentiamo comunque di dire la nostra su quella che reputiamo un’opera devastante, da tutti i punti di vista, per i territori interni di Campania e Puglia.
Iniziamo dalle ovvietà: l’Alta Velocità è un’infrastruttura ferroviaria che necessita di un binario quanto più rettilineo e orizzontale possibile per raggiungere i grandi picchi di velocità per cui è stata progettata. In un territorio come il nostro, che pianeggiante e aperto proprio non è, sarà necessario quindi scavare gallerie su gallerie. Ed è quello che avverrà tra Frasso Telesino e Vitulano (via valle Telesina, tranquilli non vogliono bucare Camposauro), dove i lavori per la costruzione della nuova tratta inizieranno nel 2017 e tra Apice e Bovino (FG), con l’inizio lavori previsto nel 2019. Per un totale di 90,2 km sono previsti almeno 53,6 Km di galleria, compresa una galleria di 21 km che passerà sotto Ariano Irpino, proprio vicino alla fonte del Miscano e a molte falde acquifere che alimentano la parte alta del Calore. Trenitalia assicura che non ci sia nessun rischio di dissesto idrogeologico e dice questo, quando ancora non esiste alcun progetto preliminare per quanto riguarda questa mega galleria. Anche se ci fosse questo fantomatico progetto, le parole non ci hanno mai ispirato troppa fiducia, a differenza dei fatti, invece: l’unica zona in cui è stata costruita una tratta del TAV, che passasse da una parte all’altra dell’appennino ( Bologna – Firenze), ha visto sparire più di 100 km di corsi d’acqua su 78 km di tratta, acqua che è andata perduta per sempre, tant’è che in molti paesi gli acquedotti sono ancora alimentati con le cisterne. Dove passano le gallerie dell’alta velocità, attorno si crea il deserto. Nessuna controproposta economica può giustificare un danno ambientale del genere, anche perché di ritorno economico per il Sannio, da quest’opera, non ce ne sarà nessuno, anzi. I territori della provincia, che si basano essenzialmente sull’agricoltura, subirebbero un’ulteriore mazzata, dopo quella dell’alluvione. Nella valle telesina i cantieri del TAV per almeno dieci anni sostituiranno i vigneti sulla sponda nord del Calore, principale settore economico della zona, mentre per il Fortore, così come per l’Irpinia e il Foggiano, si prospetta un futuro di aridità dovuta alla sparizione delle falde acquifere. Danni dai quali nessuna di queste aree si riprenderà facilmente. Allo stesso modo le ditte che hanno costruito fin qui l’Alta Velocità in Italia sono sempre le stesse, che subappaltano i lavori alle loro sotto-ditte fidate: scordatevi quindi che assumeranno operai della zona, inesperti e sconosciuti. Lo stesso trasporto ferroviario diventerà più escludente: il trasporto regionale già sull’orlo del baratro, molto probabilmente lascerà totalmente spazio al TAV (come sta già avvenendo tra le grandi metropoli del nord), e andare a Napoli in treno da Benevento sarà possibile solo a chi si può permettere 25-30€ di biglietto.
Ma allora come mai nessuno dice niente? Forse perché il giro di soldi e mazzette che si crea attorno a questa grande opera (fin’ora in Italia l’Alta Velocità è costata più di corruzione che di effettiva realizzazione) fa gola proprio a tutti, e un po’ tutti, dalla Regione, ai Sindaci, dall’Arpa a Lega Ambiente, dai giornalisti ai consiglieri, sperano di sedersi a quel tavolo dove verrà spartita la torta. Forse può essere solo questione di ignoranza, visto che chi ha interesse a costruire questa ferrovia, non ha interesse ad informare i territori coinvolti sui possibili danni. Noi, che quel tavolo lo vogliamo far saltare in aria e che abbiamo il brutto vizio di documentarci per i fatti nostri, invece l’Alta Velocità non la vogliamo. Né qui, né altrove sia in progettazione.
Per chi volesse documentarsi meglio sulla questione e iniziare a confrontarsi con chi altro vuole impedire, in maniera diretta e senza inutili mediazioni politiche/istituzionali, la realizzazione di quest’opera:
Mercoledì 18 Novembre, dalle 20.30 Presentazione dell’opuscolo “AV/AC Napoli – Bari, un altro affare per chi affama ”
presso il Centro Studi Libertario “Pensiero e Volontà” via Bosco Lucarelli, 65, Triggio, Benevento
Anarchici di Benevento e provincia