Stamane all’alba, una quantità smodata di energumeni in divisa in assetto da guerra, capeggiata dalla digos di Cesena e Forl, occasionalmente supportata da pompieri, accalappiacani, operai dell’ENEL, facchini, muratori e giornalisti, ha restituito al Confino Squat la sorte che allo stabile sarebbe toccata se un gruppo di persone per 8 anni non l’avesse tenuto in vita: macerie.
Uno stabile vuoto, murato, e prossimo alla demolizione infatti la ragionevole risposta dell’"assistenzialista e democratica" cittadina di Cesena a coloro che da sempre rivendicano il diritto ad una casa e ad uno spazio di libera espressione. Risposta ancor più decisa, qualora gli individui in questione non siano avvezzi a sottostare ad intrallazzi, sotterfugi, ed ammiccanti strizzate d’occhio e strette di mano che il potere progressista, nella sua incessante smania di controllo, di tanto in tanto ripropone.
Così, dopo tre quarti d’ora di resistenza sul tetto, le strade che permettono ai solidali di raggiungere il luogo bloccate da pattuglie e camionette, i cani sedati ed in alcuni casi anestetizzati, lo sbirro tenerello che arranca su una scala per "dialogare amorevolmente" con i ragazzi, ci si rende conto che rimane ben poco da fare.
Poco da fare per mantenere liberato l’edificio, s’intende.
Certo, perchè se lor signori credono, una volta cancellato uno spazio, di aver estirpato da una città il virus irrefrenabile della rivolta e l’innata, esasperata passione per la libertà bhè, sappiano che oggi hanno vinto soltanto la misera mano di un poker destinato a durare fino al giorno in cui non esisteranno più gabbie, nè fisiche nè mentali, fino a quando l’ultimo vincolo gerarchico non sarà spezzato, fino a quando ogni individuo non potrà vivere libero senza delegare ad altri le proprie scelte.
Torniamo oggi, con ancora più forza, a ribadire che le idee non si sgomberano, che quattro pareti murate in poche ore sono solo il contenitore di una forza prorompente che nessuno in grado di dominare.
Ieri eravamo Al Confino, oggi siamo ovunque. Oggi Al Confino ovunque.
Approfittiamo per esternare un sentito applauso al sindaco Giordano Conti, all’assessore Gualdi che ha prontamente firmato l’ordinanza, a tutti gli onesti "lavoratori" che hanno preso parte a questa maxi-operazione di sicuro ampiamente organizzata, ricordando loro che, in ogni caso… Non hanno risolto il problema.
Nella bigotta e perbenista Cesena, quel caro tassello di legalità che manca al tanto ambito controllo sociale, non lo avranno.
Nè ora nè mai.
AL CONFINO SQUAT,
OVUNQUE E COMUNQUE