Volantino 25 aprile 2013

Di seguito il volantino distribuito in città durante la giornata del 25 aprile 2013

Dalla Resistenza… alla Rivoluzione

Per ciò in cui è stato trasformato, ci verrebbe quasi da dire che l’antifascismo non ci appartiene, se non dovessimo confrontarci col fatto che tanti nostri Compagni ne sono state vittime, e sono caduti combattendolo.
Eppure è svilente constatare come continui imperterrito un’opera mistificante che lo abbia ridotto a rito democratico teso a riprodurre l’attuale assetto sociale.
Restiamo allibiti di fronte a chi continua ancora a sventolarci in faccia quella Costituzione che è stata il primo tradimento alla Resistenza – o comunque alla parte più consistente di essa, cominciata ben prima del 1943, e fatta di esperienze rivoluzionarie di massa come quella degli Arditi del Popolo, così come degli atti individuali conosciuti, o tenuti nascosti dal regime stesso, che hanno provato ad attentare alla persona fisica di Mussolini – pregna di quelle tensioni Internazionaliste ed anticapitaliste, tutte volte ad una trasformazione radicale della società. E restiamo ancor più allibiti se si pensa al fatto che sono proprio quelle Istituzioni, espressione della Costituzione, a legittimare ed offrire spazi, sponde ed agibilità politiche a chi oggi si fa erede della triste “tradizione” fascista (vedi il caso del sinistro Cimitile e della visita dello stragista neo-fascista Delle Chiaie al Museo del Sannio).
Nonostante le ricorrenze non siano il nostro forte, siamo convinti della necessità di intervenire in giornate come questa per ribadire le verità che vengono volutamente taciute in maniera opportunista.
Il fascismo è stato un fedele servo del Capitalismo, svolgendo egregiamente la sua funzione di “controrivoluzione preventiva” per ostacolare l’ascesa proletaria, ed è stato ritirato solo quando ha esaurito la sua funzione storica di argine a quelle masse popolari e a quei lavoratori che avevano deciso di mettere in discussione le regole su cui si fonda la società dei padroni.
Esso rappresenta ancora il baratro in cui la storia della civiltà capitalista, fatta di crisi economiche cicliche, può ricacciarci; è il vestito dei giorni bui di questo stesso regime che oggi indossa i panni della Democrazia; è il trionfo del “bastone” sul fallimento della “carota” in salsa cittadinista e apparentemente anti-politica, alla Grillo; o rottamatrice alla Renzi…
Ecco che allora, ribadire un antifascismo puramente memorialista, è del tutto superfluo se esso non è capace di coniugarsi con la lotta per riprendersi il presente, senza mendicare un futuro.
Un presente che deve ancora essere liberato: dalla “merce che ci è entrata nei polmoni e ci dà il suo ritmo di respirazione”; dall’assuefazione alla peggiore droga sul mercato, quella della Legalità e della Stato-latria; da un lavoro salariato (con sempre meno salario…sic!) che continua ad essere ricatto quotidiano e furto della vita dei singoli a vantaggio dei padroni; del regime della proprietà privata, che garantisce le regole di sfruttamento dell’uomo sull’uomo perpetrando una società ancora divisa in classi; dalla paura del diverso che si manifesta in nuove persecuzioni, agli stranieri poveri, che vengono rinchiusi nei lager della Democrazia (C.I.E.), cosi come a quelle persone fuori dagli schemi tanto cari ai padroni, alimentando un interessato clima di tensione con cui da sempre vengono giustificate le politiche repressive.
Quello che ci preme allora ribadire, sono le ragioni di una lotta, che per noi non si è esaurita nel 1945, e che esige di essere rilanciata in ogni luogo, attraverso pratiche antiautoritarie e dal basso, senza mediazioni con i nemici di sempre, indipendentemente da se indossino o meno il doppio petto o la camicia nera; una lotta contro l’ingiustizia e l’autorità per affermare finalmente Libertà, Uguaglianza e Solidarietà.

“… il sangue, la coerenza dei “sovversivi”, dei “terroristi” che combatterono il fascismo durante il ventennio, la forza libertaria dei giovani che, dopo l’8 settembre, presero le armi per liberare le loro terre e le loro genti dall’oppressione nazifascista… quei partigiani che dopo il 25 aprile non si integrarono nel nuovo sistema e si ritrovarono ancora una volta “sovversivi”, “banditi” colpiti dalla repressione del nuovo governo: questa è la memoria che vogliamo conservare e coltivare…”

Gruppo Anarchico “Senza Patria” – Benevento

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