Renzi a Benevento

Srenziabato 19 Ottobre, il Presidente del Consiglio dei Ministri è intervenuto ad una manifestazione organizzata dal Comitato Sannita per il “Si” al referendum costituzionale che si terrà a Dicembre. La città è stata militarizzata: attorno al Cinema Massimo, luogo del comizio a firma PD, è stata creata una zona rossa per centinaia di metri che ha paralizzato il centro. Controlli serrati da parte delle forze dell’ordine e divieti da parte del nuovo questore Bellassai di tenere qualsivoglia manifestazione di protesta. Addirittura annullate manifestazioni precedentemente autorizzate, prima ancora che fosse organizzata la manifestazione dei “Si”. In tanti si è deciso di attraversare, nonostante i divieti polizieschi, le strade della città. La risposta della Democrazia non si è lasciata attendere e si è presentata sotto forma di cariche e manganellate.

Di seguito il testo del volantino distribuito lungo il corteo che si è snodato attorno alla zona rossa.

BARRICHIAMOCI CONTRO CHI AFFAMA

NON CONTRO CHI HA FAME!

Il 15 Ottobre dello scorso anno abbiamo, in maniera autorganizzata, insieme a tanti nostri concittadini, spalato tonnellate di fango e merda. In quell’occasione fortunatamente non fummo costretti a dover affrontare anche la paccottiglia istituzionale di un intervento del Presidente Renzi, che, allora non ebbe tempo.

Oggi, il tempo per venire a mendicare voti per il referendum a cui egli stesso (almeno a parole) ha legato il suo destino politico e del suo Governo, l’ha trovato.

Renzi NON è persona gradita nella nostra città, non perché sta intervenendo ad una manifestazione elettorale, ma perché anche qui vivono migliaia di persone che stanno subendo le conseguenze delle scellerate politiche che lui ed il suo Governo stanno portando avanti. Politiche volte al peggioramento ulteriore delle condizioni di vita del Popolo e degli sfruttati, tutte a vantaggio delle lobby economiche e dei padroni di questo mondo.

Assistiamo alla compressione, per non dire annullamento, dei diritti dei lavoratori attraverso il “Jobs Act”, che li rende ancor più ricattabili e quindi sfruttabili, elevando a norma i contratti precari, ed innescando una competizione intergenerazionale che punta ad eliminare dal mercato i lavoratori “vecchi” e le loro già esigue garanzie, per farli sostituire da “giovani” pagati a suon di voucher e contratti giornalieri.

Assistiamo, con la “Buona Scuola”, all’ulteriore mercificazione dell’istruzione ed aziendalizzazione della scuola e dell’università, che svela una volta di più la subalternità di quest’ultima alle logiche autoritarie e di mercato attraverso la precarizzazione e il ricatto costante del personale e la consegna del futuro dei giovani alle multinazionali (vedi l’alternanza scuola-lavoro stipulato tra Ministero dell’Istruzione e McDonald);

Assistiamo ad un “Piano Casa” tutto a vantaggio dei palazzinari e degli imprenditori del tondino e del cemento, volto a stroncare i percorsi di lotta dal basso per la riappropriazione del patrimonio immobiliare sfitto ed inutilizzato presente sul territorio nazionale, che non intacca minimamente l’enormità del problema abitativo nel paese.

Assistiamo a provvedimenti sessisti e dicriminatori, dalla triste eco fascista, come il “Piano Nazionale della Fertilità”, che riducono ancora una volta la donna ad incubatrice per la nazione, relegandola al ruolo di madre e moglie senza affatto tenere in considerazione sogni, desideri ed aspirazioni, che potrebbero anche consistere nel mettere al mondo un figlio, ma che non beneficiano, neanche in tal senso a causa di ciò che si è detto finora, delle premesse per poterle realizzare.

Assistiamo alla creazione di un quadro normativo, contenuto nello “Sblocca Italia”, che spiana la strada all’erosione del nostro territorio e all’aggressione dell’ambiente e di chi lo abita attraverso i progetti delle “Grandi Opere”, o meglio, delle Grandi Devastazioni. E chi vive da queste parti dovrebbe essere incazzato una volta di più, visti i progetti di estrazione petrolifera che continuano ad incombere sulla gran parte delle Comunità dell’Appennino, visto che le pale eoliche continuano a girare e spuntare ovunque, visto che solo qualche giorno fa il PD di Del Basso De Caro (all’unanimità bipartisan con il “nuovo” Mastella) gioiva per la previsione dell’apertura dei cantieri della tratta Alta Velocità Napoli-Bari, prevista per il nuovo anno.

Ma, le nostre aspirazioni ad una vita degna sono troppo grandi per entrare in un’urna elettorale, così come non crediamo che sia attraverso gli istituti della democrazia rappresentativa che sia possibile imprimere incisivi cambi di rotta nell’attuale tragico andamento delle cose. Una volta di più rilanciamo con urgenza la generalizzazione delle pratiche dell’Autorganizzazione della Lotta per sbarazzarci dei Renzi e di tutti gli aspiranti tali, e dell’Autogestione come pratica di vita fuori e contro lo Stato e il Capitalismo!

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